Prevenzione: facciamola coi piedi

A cura di:

Giorgio Borgognoni
Sport Marketing Consultant

 

Pochissime persone che praticano sport  sanno che tanto più il piede è sollecitato e sottoposto a stressanti performance sportive o lavorative, tanto più facilmente presenta patologie specifiche che possono portare a sospendere l’attività per lunghi periodi o addirittura per sempre.

Nel running , per esempio, diversi studi (Br J Sports Med 2007;41:469–480)  hanno dimostrato che ogni anno oltre il 30% dei praticanti incorre in infortuni che li costringe a periodi di inattività rilevanti.

Tutta l’ attenzione e’ concentrata sui macro traumi di natura contusiva o distorsiva ma in realtà ,secondo questi studi , i veri problemi sorgono dai microtraumi che avvengono all’interno della scarpa o dello scarpone.

Sono molto frequenti infortuni da stress causati da microtraumi che il piede subisce direttamente dalla calzatura:

  • dallo scarpone da sci perché  la pratica dello sci richiede che il piede sia sensibile alle ondulazioni del terreno, dunque non “reso sordo” da rivestimenti troppo morbidi;
  • dalla scarpa da jogging che, pensata per ammortizzare l’appoggio, paradossalmente limita la funzione propriocettiva del piede e alla lunga genera instabilità e alterazione del movimento;
  • dalla scarpa con tacchetti (da calcio; da rugby, da golf) che presenta una superficie di appoggio disomogenea in corrispondenza dei tacchetti in particolare durante la pratica amatoriale di tali sport su campi irregolari e spesso duri;
  • dalla scarpa da basket, da volley, da tennis, da pallamano che, a causa di cedimenti strutturali o per la dinamica stessa del gesto sportivo, non riesce a contenere eccessivi slittamenti del piede;
  • dalla scarpetta per il ciclismo che, come una scarpa da donna, crea un dislivello fra tallone e pianta di quasi cinque centimetri.

Il piede e’ la parte più complessa del nostro corpo (33 ossa, 26 legamenti, 20 muscoli) e attraverso di esso si compiono i gesti principali di quasi 80 % degli sport olimpici.

Tanto  caricato di lavoro e di responsabilità quanto culturalmente bistrattato, il piede viene spesso considerato sede di patologie minori, mentre è ormai provato che queste possono essere l’inizio o addirittura il sintomo in atto di patologie più complesse e più gravi e pertanto non va solo “coperto”, ma necessita anche di protezione e prevenzione. Oltre ad un’accurata scelte delle scarpe più adeguate alle proprie caratteristiche biomeccaniche occorre utilizzare calze che non svolgano solamente la funzione termica e batteriostatica (anti odore) ma, in particolare, la funzione shock absorbing e di contenimento dei micromovimenti all’interno di scarpa e scarpone.

Decine ,centinaia , migliaia di micromovimenti per mettere e/o rimettere in “assetto” il piede  all’interno della scarpa può essere svolto da una calza “intelligente” con una struttura adeguatamente contenitiva (realizzabile con macchine di nuova generazione). Ciò diminuisce il rischio di infortuni da overuse sgravando tutti gli organi e le strutture coinvolte da un inutile e dannoso super lavoro.

Non è  più possibile concepire ,se si vuole implementare la pratica sportiva e prevenire gli infortuni , dei prodotti ” buoni per tutte le occasioni” ma bisogna realizzare una calza per ogni attività sportiva e, perché no, anche lavorativa.

Questa e’ l’ unica via per dare ai consumatori il prodotto di cui necessitano e per evitare tanti, certamente troppi, infortuni.

Esistono diverse marche che hanno cominciato  a disegnare calze in funzione di questa logica e quella che abbiamo avuto modo di provare e’ italianissima: la Primavera International che ha messo sul mercato le calzature Spring Revolution www.spring-revolution.it 

Spesso le rivoluzioni partono da banali necessità e semplici intuizioni.

 

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